sabato 26 maggio 2012

Neuralterapia: esplorazione della zona cervicale




Quando si affrontano le patologie (generalmente algie) del tratto vertebrale cervicale è fondamentale ricordare quanto queste alterazioni siano spesso risolvibili con il trattamento craniofacciale.

Nelle patologie algiche del collo i rimedi più frequentemente utilizzati sono Cimicifuga ed Arnica.

Anche qui andremo naturalmente a cercare i punti riflessi algici con il palper-rouler specialmente sui processi spinosi, i Trigger Point, l'eventuale (probabile) CdD e i punti di agopuntura interessati.

E' altresì importante ricordare come nel distretto cervicale sia presente una consistente componente legamentosa, pertanto è questa la causa di dolore più frequente rispetto alle strutture ossee ed articolari. Ciò ha come conseguenza che oltre ad una terapia infiltrativa si rende spesso necessaria una complementare terapia manuale.

Come si effettua l'esame del distretto cervicale?
- Sternocleidomastoideo (C1-C2): effettuare una rotazione forzata del capo per valutare il muscolo controlaterale alla direzione dello sguardo
- Trapezio (C3-C4-C5): sollevare le spalle contro resistenza (il CdD è frequentemente tonsillare)
 - Sovraspinoso (C4-C5): fare abdurre l'arto superiore flesso fino ad un massimo angolo di 30 gradi col torace, con resistenza sul gomito

- Deltoide (C4-C5-C6) : anteriore, medio e posteriore rispettivamente:
 abduzione forzata dell'arto superiore dapprima proteso in avanti, quindi di lato ma oltre i 30° gradi di angolazione con il torace, ed infine per la componente posteriore facendo abdurre posterirmente ad avambraccio flesso e spingendo contro il gomito indirezione anteriore

- Bicipite (C5-C6): fare "braccio di frerro"
- Capo lungo del Bicipite (C5): far flettere l'avambraccio sul braccio con la mano in posizione sagittale, con il pollice verso l'alto (flessione del'avambraccio parzialmente pronato).
- Tricipite (C6-C7-C8): fare "braccio di ferro" al contrario ossia in estensione forzata dell'avambraccio flesso sul braccio
- Abduttori e flessori lunghi e profondi del pollice e delle dita (C8-T1): forzare le dita della mano aperte prima in abduzione (pollice ed indice opposti) e poi in adduzione

E' interessante notare a questo punto che se sia i Trapezi che il Sovraspinoso sono dolenti e/o indeboliti ciò è forte indice di un problema cervicale, in quanto questo muscoli hanno la medesima radice (C2, C3), mentre al contrario se si trova indebolito solo l'uno o l'altro ciò è indicativo di una problematica muscolare.

                                                 



(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Seconda Lezione) 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con gli amici!




mercoledì 23 maggio 2012

Neuralterapia: esplorazione della zona craniofacciale

La corretta sequenza diagnostica della ricerca del CdD nella zona cranica si trova qui.



(Immagine dell'atlante di anatomia umana "Netter")


Tecniche infiltrative del massiccio craniofacciale.

Articolazione Temporomandibolare (ATM): con i polpastrelli di due dita sui condili far aprire la bocca lentamente. A metà corsa si aprirà sotto le dita una fossetta da aggredire prependicolarmente con Microlance  (30G x 13 mm). Effetti collaterali: se si sfiora il VII nervo cranico la Procaina può provocarvi una paresi transitoria.

Denti: infiltrare almeno 3 pomfi per lato sia nell'arcata superiore che in quella inferiore (totale 12 infiltrazioni) al confine tra gengiva e labbro, nel vestibolo buccale

Alcune situazioni patologiche frequenti.

Paresi del VII nervo cranico
Utili MD Neural, MD Matrix e MD Muscle eventualmente con Gelsemium Homaccord e/o Mezereum Homaccord e/o Ranunculus Homaccord (questi ultimi due se la causa è erpetica), più Causticum e/o Cuprum e/o Rhus Tox
Punti da infiltrare sui meridiani: 4 e 5 Stomaco, 1 e 14 Vescica Biliare, 19 Intestino Tenue
Altri punti: intramuscolare in orbicolari dell'occhio e perilabiali

Acufeni: utili Cocculus, Hamamelis, Aesculus, Solanum

Sinusiti: oltra alla terapia infiltrativa locale (secondo i canoni della Neuralterapia, quindi con ricerca di zone dolenti al palper-rouler e dei Trigger Point, nonchè del CdD), risulta utile una terapia aereosolica con Calcium Bichromicum, Apis, Pulsatilla, Galium, Echiancea, Euphorbium, acqua termale salina. Inoltre non va dimenticata l'importanza di una terpia immunostimolante per os specialmente ai cambi di stagione, ed una eventuale autoemoterapia, sempre ai cambi stagionali.

(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Seconda Lezione) 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con gli amici!




mercoledì 16 maggio 2012

Il Campo di Disturbo (o Focus): aspetti terapeutici

Segue da qui ...


Dopo aver individuato il CdD con un'accurata diagnosi, dovremo cercare di eliminarlo tramite un vero e proprio switch-off sulle cellule del SNA.

Le tecniche a disposizione sono tante:

  • manuali
  • mediche classiche
  • mediche regolatorie: mesoterapia, agopuntura, omeopatia, omotossicologia, omeosiniatria, neuralterapia


La Neuralterapia utilizza la Procaina sui punti di algia e algia riflessa, sulle cicatrici, sui foci flogistici, sui gangli, sulle radici nervose, sui tronchi nervosi.
La diluizione ottimale della Procaina è quella allo 0,8-1%. Pertanto, avendo a disposizione fiale al 2% da 2 ml, possiamo portarla alla concentrazione ideale in una siringa da 5 ml semplicemente riempiendo la siringa con 1,3-1,5 ml di Procaina al 2% e tirando fino a 5 ml con fisiologica (e/o sodio bicarbonato 1 mEq e/o rimedi omeopatici) (Per maggiori dettagli si veda qui)

L'Omeosiniatria utilizza farmaci omotossicologici sui punti di algia e algia riflessa, sui punti di agopuntura, sugli zonidi, sui punti di Weihe, sui foci flogistici, sui trigger point, sul CdD (in particolare sui CdD del massiccio facciale e dell'apparato gastroenterico)
Molto utili i Medical Device, che in realtà non sono veri e propri rimedi omotossicologici ma composti con una componente fissa, il Collagene, ed una variabile con un suo spiccato tropismo tissutale.
Hanno un ruolo quasi di drenaggio, in quanto il collagene stimola la ristrutturazione collagenica del connettivo e quindi aumenta la responsività ai successivi stimoli omotossicologici

L'Omeomesoterpia si potrà fare su tutti questi punti con rimedi di drenaggio, con composti semplici, con rimedi in accordo di potenza, con compositum ad azione di stimolo generale (allopatici omeopatizzati, nosodi, catalizzatori intermedi, omeopatici classici), con compositum ad azione di stimolo tissutale (contenenti organi suis), con unitari a diluizione scalare.

Naturalmente, come già detto sopra, possiamo fare una specie di Impletol Neuralterapico miscelando 1 - 1,5 ml di Procaina al 2% con 3,5 - 6 ml di fisiologica: a questo punto dinamizzo con alcune decine di succussioni, in modo da miscelare perfettamente la soluzione, e quindi vi aggiungo il rimedio o i rimedi omotossicologici/omeopatici: in tal modo avrò il vantaggio di unire la tecnica neuralterapica pura con la tecnica omosiniartrica e otteniamo un aumento di volume iniettabile, senza incappare nello svantaggio dell'interazione di un farmaco (nel caso la Procaina) sui rimedi omeopatici.


(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Prima Lezione)

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con gli amici!




mercoledì 9 maggio 2012

Il Campo di Disturbo (o Focus): come ricercarlo

Segue da qui ...

La ricerca del CdD è parte fondamentale della visita medica neuralterapica.
Come ogni vista medica si articolerà secondo i canoni della metodologia clinica classica:
anamnesi, esame obiettivo, indagini di laboratorio e strumentali laddove necessarie.
Tuttavia si darà particolare enfasi ad alcuni aspetti. Vediamoli nella corretta sequenza semeiologica.

Anamnesi
flogosi subacute e croniche dall'età infantile
infezioni subacute e croniche dall'età infantile
traumi pregressi e recenti (il trauma scatena sempre una reazione flogistica)
interventi chirurgici (sono un insulto traumatico tessutale e creano discontinuità tissutale)
malattie dismetaboliche croniche
disturbi dell'umore
disturbi del sonno

Esame obiettivo
  • alterazioni posturali e dei movimenti
  • presenza di trigger point
  • presenza di gelosi (presenti nel cuore del muscolo, si trovano soprattutto in zona cervicodorsale, sia per motivi posturali che per il fatto che nella zona interscapolare abbiamo numerosi riflessi splancnici - esofago e stomaco a sinstra, fegato e cistifellea a destra)
  • presenza di fibrosi (le fibrosi, o chelosi, si trovano invece principalmente nella zona lombosacrale, localizzate tra i muscoli e le fasce superficiali)
  • presenza di cicatrici (tutte, anche quelle "fisiologiche" come l'ombelico, anche le più piccole come quelle da varicella. Infatti tutte le cicatrici, ma specialmente quelle addominali, interrompono i metameri e comunque i tessuti)
  • motilità passiva segmentaria
  • contratture muscolari
  • esplorazione delle emergenze trigeminali, della motilità occlusale, dei pilastri tonsillari, delle arcate dentarie (Sotto darò spiegazioni dettagliatissime in merito all'esecuzione dell'EO cranico!)
  • esplorazione dei quadranti addominali (questo è uno dei punti più importanti, in quanto il massiccio facciale è altamente innervato: infatti ha concentrati tutti gli organi di senso in quanto filogeneticamente serviva per la ricerca del cibo, e quindi in ultima analisi per la sopravvivenza.)
  • ROT e sensibilità segmentari

In merito all'EO cranico è necessario entrare nel merito di ogni sua singola fase.
1) Emergenze trigeminali sovraorbitarie: premere sull'incisura, che andrà infiltrata con ago Microlance (30 G X 13 mm) in direzione caudocraniale
2) Emergenze trigeminali infraorbitarie: premere sul forame, che andrà infiltrato in direzione craniocaudale
3) Margine mediale della mastoide, da infiltrare in direzione caudocraniale facendo scorrere l'ago lungo il margine della mastoide
4) Glabella: corrisponde al seno sfenoidale
5) Vertice (sulla zona di lieve depressione corrispondente alla fontanella): come la glabella
6) ATM: posizionale il V dito di ogni mano nel CUE e far aprire e chiudere molto lentamente la bocca per valutare eventuali asimmetrie o dolori
7) ATM: posizionando la mano a piatto all'esterno dell'articolazione
8) Muscolo temporale: posizionarvi la mano a piatto e far fare azione di masticazione (I temporali sono importantissimi nelle cefalee!!)
9) Muscolo temporale: ricercare subito dopo la prima manovra eventuali trigger point
10) Massetere: valutarli con le mani a piatto e facendo masticare il paziente. Il massetere contratto ha spesso come CdD l'intestino, diversamente sono causati da una malocclusione, oppure possono essere provocati dal bruxismo. In quest'ultimo caso è utile una terapia orale e anche infiltrativa con Cuprum e Iosciamus, con ottimi risultati specialmente in età pediatrica.
11) Pterigoidei esterni: con i guanti andare a premere tramite il dito indice nel vestibolo buccale omolaterale (ovvero: il mio dito indice destro premerà nel vestibolo buccale destro del paziente e idem per il sinistro), premendo verso l'alto e l'esterno subito dopo l'ottavo dente
12) Pilastro anteriore: questi sono un crocevia neurovegetativo ed immunitario, e i processi flogistici qui cronicizzati diventano spesso un CdD osteoarticolare , in special modo delle grosse articolazioni
13) Test dei denti: oltre alla pressione con uno specillo valutare i colletti dei denti e l'adesività della mucosa all'osso mascellare. Cercare eventuali granulomi apicali, riassorbimenti delle ossa mascellari, denti devitalizzati.
14) Cicatrici del viso, anche quelle piatte e minuscole come da vecchia varicella. Dal momento che il farmaco di elezione da usare sulle cicatrici come CdD è la Procaina, vi farò il test del CdD con Procaina e basta.


Continua ...




(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Prima Lezione)

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con gli amici!




mercoledì 2 maggio 2012

Il Campo di Disturbo (o Focus): ipotesi sulla genesi



In Neuralterapia è fondamentale la ricerca del Campo di Disturbo, o Focus, o "spina irritativa", che da ora in avanti chiamerò per brevità CdD.
Se si potrebbe obiettare che non è detto che debba a tutti i costi essere presente un CdD, tuttavia è pur vero che nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti che si rivolgono al neuralterapeuta lo fanno dopo molteplici e vani tentativi terapeutici, e ciò vale a dire dopo una lunga storia. Quindi spesso ci troviamo di fronte a patologie non acute ma croniche, recidivanti, che pertanto hanno con maggiore probabilità un focus in senso neuralterapico.

Il CdD è provocato da un insulto al nostro sistema di regolazione (il sistema PNEI o psiconeuroimmunoendocrino, che è ricco di interconnessioni grazie al SNA - sistema nervoso vegetativo o autonomo),  il quale si trova costretto a cercare modalità di adattamento (solitamente con meccanismi a feed-back negativo). Tuttavia, per insulti eccessivamente stressanti o comunque troppo prolungati nel tempo,  si giungerà all'esaurimento delle capacità di resilienza del sistema. A questo punto la situazione diventa irreversibile (solitamente a causa dell'innescarsi di meccanismi a feed-back positivo) e si crea il CdD.

I più comuni stimoli alla formazione di un Focus sono:

  • infiammazioni (e quindi anche infezioni) soprattutto subacute e croniche
  • traumi
  • interventi chirurgici
  • cicatrici (sia cutanee che interne come le aderenze).

Pare che nel CdD le cellule rimangano costantemente in stato di eccitazione, ossia depolarizzate, fino al limite massimo della caduta di potenziale di membrana: a questo punto di esaurimento la cellula si "spegne".
Trattandosi però di una cellula del SNA (Sistema Nervoso Vegetativo o Autonomo), poichè tale è il sistema di principale regolazione ovverosia la "rete" del nostro organismo, giunti al suo esaurimento energetico va da sè che la regolazione non è più possibile.
Questa non-regolazione parte dal SNA ma naturalmente, per via neurologica e biochimica, si trasmette a cascata al sistema PNEI (psiconeuroimmunoendocrino), viaggiando così fino a punti anche molto distanti dell'organismo: in altre parole, si è creato il Focus, o CdD.

Continua ...

(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Prima Lezione)

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con gli amici!