venerdì 20 aprile 2012

Immunoterapia omeopatica



L'immunoterapia omeopatica è, rispetto all'omeopatia Hannemaniana, un'applicazione piuttosto recente ed innovativa, nonchè applicata con criteri terapeutici leggermente diversi dalla prima.
Forse in questo senso non si potrebbe parlare effettivamente di omeopatia vera e propria. Ma vediamo cosa caratterizza l'immunoterapia omeopatica, e in cosa si differenzia specificatamente dall'omeopatia Hannemaniana.

Prima di tutto vediamo quali caratteristiche le due terapie hanno in comune:
- entrambe sono finalizzate a stimolare le capacità reattive dell'organismo, agendo sul network PNEI (sistema psiconeuroendocrinoimmunologico)
- entrambe parlano il linguaggio dell'infinitesimale (nanomoli, fentomoli), ossia vengono preparati secondo i principi classici omeopatici della diluizione e della dinamizzazione.

Cosa invece le distingue?
- L'immunoterapia omoepatica va intesa come una vera e propria bioterapia, e in questo, avvicinandosi molto all'omotossicologia, viene a costituire un probabile "ponte tra la medicina classica e l'omeopatia Hannemaniana" (H. H. Reckeweg). Pertanto in quanto bioterapico, il rimedio immunoterapico non sarà somministrato secondo le regole della similitudine hannemaniana (sintomatologica) ma in base alla similitudine o uguaglianza biologica (in questo senso più che omeopatico è isopatico).
- Ulteriore conseguenza dell'essere bioterapico sta nell'utilizzo delle dosi: basse dosi (fino alla 5 CH) saranno utilizzate per stimolare l'organo malato, dosi medie (7 CH, 9 CH) per modularne la funzione, dosi alte ( 9 CH - 200 CH) per inibirla, esattamente come accade in omotossicologia.

Quali sono le sostanze più utilizzate in microimmunoterapia omeopatica?
Avremo un bel ventaglio di scelte, tutte direttamente od indirettamente indirizzate allo stimolo immunitario.
Gli acidi nucleici (DNA; RNA), citochine (IL-interleuchine, INF-interferoni), allopatici omeopatizzati, bioterapici-nosodi (ad esempio virus ma anche batteri), ormoni, fattori di crescita (come EGF, TNF, NGF, TGF, PDGF, eritropoietina), immunoglubuline e anticorpi HLA, altri mediatori dell'infiammazione (ad esempio le prostaglandine), e tanti altri.

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