martedì 20 marzo 2012

I litogemmoterapici




Ho accennato più volte ai rimedi litogemmoterapici.
Ma di cosa si tratta?
Si tratta di rimedi complessi, ossia composti da più rimedi omeopatizzati diversi, in cui vi sono in percentuali differenti sia litoterapici che gemmoterapici.

La litoterapia dechelatrice fa uso di minerali e rocce diluiti e dinamizzati. Sappiamo che molti di questi si trovano in tracce nel nostro organismo, col compito di coenzimi. Purtroppo nonostante siano normalmente assunti e presenti nel nostro corpo, spesso essi si trovano in stato inattivo in quanto chelati, ossia imprigionati all'interno di un altra molecola, e resi pertanto di fatto presenti ma indisponibili all'azione. Sono chelanti ad esempio molte molecole a base di zolfo, così come i pesticidi e gli insetticidi inorganici, nonchè molti farmaci.
I litoterapici hanno il compito di aiutarci a liberare gli oligoelementi sequestrati, contribuendo in tal modo al drenaggio. In questo compito la diluizione ottimale è generalmente la D8, con assorbimento sublinguale.

La gemmoterapia invece è una branca della fitoterapia che fa uso di macerati glicerici (ossia dell'intera gemma) che a differenza di molti altri prodotti di derivazione vegetale apportano la totalità della pianta, con i suoi principi attivi, e in particolare la gemma contiene tutta la ricchezza del germoglio, della pianta in potenza.

I rimedi litogemmoterapici si propongono la sinergia tra questi due elementi, pertanto li possiamo considerare una terapia a base di oligoelementi (anzi di più, perchè non contengono solo lo ione in causa ma tutto il minerale) e di fitoterapici (anzi meglio della fitoterapia tradizionale, perchè non contengono la pianta adulta ma il suo germoglio, ricchissimo di sostanze in quanto potenziale energetico che ancora deve crescere e svilupparsi).
Ve ne sono diversi preparati in commercio, io solitamente mi affido ai complessi LI.GE.MED., comodamente già suddivisi per organi/apparati del corpo umano.


Fonti: "La materia medica omeopatica clinica e associazioni bioterapiche" M. Tétau, ed. Nuova Ipsa

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