domenica 6 novembre 2011

La medicina nel futuro



Mi piace immaginare quando, fra anni e anni, secoli forse o forse millenni, la medicina odierna verrà guardata attraverso il cannocchiale del tempo e sarà vista come qualcosa di molto antico ed ormai superato da tempo.
Ma non perchè saranno ulteriormente progredite le tecnologie e la chimica, bensì al contrario: perchè l'umanità sarà stata finalmente capace di riappropriarsi della natura, delle relazioni, della capacità di sintesi, e dei sistemi semplici.
Allora gli odierni "camici bianchi" saranno ricordati con compassione, con un sorrisetto, esattamente come noi raccontiamo delle cure praticate nei secoli trascorsi.

La medicina fino al 1600 circa era soprattutto stregoneria, alchimia, e il corpo umano un balocco con cui l'uomo stesso giocava e sperimentava.
Con l'avvento dell'anatomia patologica e della biochimica si fa il salto alla medicina contemporanea, scientista, riduzionista, organicista: l'uomo-bambino ha voluto rompere il suo giocattolo, farlo a pezzi per sapere come funziona e studiarlo. Ed eccoci oggi ad aggiustarne volta per volta le singole parti, ora con la chirurgia, ora con la più fine chimica farmacologica.

Ma prima o poi la scienza si renderà conto che è necessaria una nuova sintesi, sarà indispensabile restituire il corpo umano, anzi la persona, alla sua integrità, e il fanciullo che ha smontato il suo gingillo lo dovrà riassemblare, e guardare e curare nel suo complesso.
Questa a mio avviso sarà la medicina di un futuro non so quanto lontano: una medicina elegante, indolore, globale, priva di effetti collaterali, ed anche domestica-famigliare.
Famigliare sì, dove gli ospedali e il personale sanitario di oggi, asettici e rigorosi, spesso forzatamente distaccati, non esisteranno più e verranno anzi additati come un sistema primitivo e grezzo.
La presuntuosa medicina del 2000 sarà vista come una specie di cantiere in cui si alternavano falegnami o idraulici o elettricisti del corpo umano secondo i casi, insieme a grossolani sistemi diagnostici che richiedevano spazi enormi e goffi macchinari costosissimi, cui facevano seguito, quali terapie, dei bombardamenti macromolecolari con veri e propri veleni di cui nemmeno si conoscevano tutti gli effetti ...

Io invece amo immaginare un futuro della medicina in cui nulla di macroscopico servirà più per curare, ma la guarigione avverrà non so ora come ma di certo in modo silenzioso, invisibile, caldo, impalpabile, fluido, e in un contesto di intime relazioni umane.

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